Social network: l’uso commerciale dei dati va sempre comunicato all’utente (Tar Lazio – Sentenze nn. 260 e 261 del 10 gennaio 2020)

Il giudice amministrativo con le sentenze in epigrafe, ha confermato la sanzione di 5 mln di euro disposta dall’Agcm nei confronti di Facebook Inc e Facebook Ireland per pratiche scorrette.
Secondo i giudici, l’impero delle piattaforme social, ha occultato il valore dei dati personali fornendo agli utenti informazioni generiche, incomplete e poco trasparenti al momento dell’iscrizione circa l’utilizzo dei dati degli utenti a fini commerciali.
Il Tar Lazio ha, per la prima volta, riconosciuto che i dati personali hanno un valore in senso negoziale e possono essere quindi suscettibili di sfruttamento economico.
Nello specifico, secondo l’Agcm, nella fase di prima registrazione dell’utente nella piattaforma web/app, Facebook sino a poco tempo fa pubblicizzava che il social network fosse “gratis”. Tuttavia, dall’istruttoria di Agcm, è emerso come ciò non fosse propriamente vero.
Infatti, sino al 15 aprile 2018, l’utente che accedeva alla homepage di FB per registrarsi sulla Piattaforma (sito web e app), a fronte di un claim sulla gratuità del servizio offerto “Iscriviti E’ gratis e lo sarà per sempre”, non trovava un altrettanto evidente e chiaro richiamo sulla raccolta e uso a fini commerciali dei propri dati operata da Facebook.
L’informazione è stata ritenuta non veritiera e fuorviante in quanto la raccolta e sfruttamento dei dati degli utenti a fini remunerativi si configurava come contro-prestazione del servizio offerto dal social network, in quanto dotati di valore commerciale.
La falsità della dichiarazione e la portata dell’utilizzo dei dati da parte di Facebook, appaio evidenti soprattutto alla luce dei dati prodotti da Agcm secondo cui “i ricavi provenienti dalla pubblicità on line, basata sulla profilazione degli utenti a partire dai loro dati, costituiscono l’intero fatturato di Facebook Ireland Ltd. e il 98% del fatturato di Facebook Inc.”